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Saïf Al-Islam Kadhafi propose des élections en Libye "dans les trois mois"

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  • Saïf Al-Islam Kadhafi propose des élections en Libye "dans les trois mois"

    Saif Gheddafi : «Subito elezioni
    E' l'unico modo indolore per uscirne»
    Il figlio del Rais: «Ricucire con l'Italia? No, finchè ci sarà Berlusconi, lui e Frattini ci hanno tradito»

    Dal nostro inviato LORENZO CREMONESI




    Saif al-Islam Gheddafi TRIPOLI - «Elezioni, subito e con la supervisione internazionale. E’ l’unico modo indolore per uscire dall’impasse in Libia»: il momento più interessante dell’intervista l’altra sera nel cuore della capitale arriva a 14 minuti dal suo inizio. Sino a quel momento Saif al-Islam aveva ribadito le dichiarazioni già rilasciate alla stampa in passato e sbandierate in ogni occasione dalla propaganda della dittatura. «I ribelli agli ordini dei terroristi di Bengasi sono banditi, uomini di Al Qaeda, criminali. I loro capi sono traditori, che sino allo scoppio del caos il 17 febbraio erano legati a filo doppio a mio padre. Se non ci fosse l’ombrello Nato sarebbero stati sconfitti da un pezzo», afferma quasi meccanicamente. Ma è quando gli si chiede come pensa di uscire dall’impasse militare e dalla minaccia di violenze anche peggiori che lui avanza la formula di compromesso. «Andiamo alle urne. E vinca il migliore». Un messaggio nuovo di apertura alla comunità internazionale da parte del più politico tra i figli del Colonnello.
    Nelle ultime settimane nessuno della famiglia Gheddafi si è fatto vedere in pubblico. Neppure Saif al-Islam. E dal primo maggio, quando un missile Nato uccise suo fratello Saif al-Arab assieme a tre nipotini, le misure di sicurezza si sono fatte più strette. La cautela ha dominato anche la nostra intervista. I portavoce governativi nel tardo pomeriggio dell’altro ieri ci avevano annunciato un incontro con il ministro degli Esteri. Veniamo condotti in una stanza al quindicesimo piano dell’hotel Radisson Blu, sul lungomare. E solo qui, dopo una lunga attesa, arriva Saif che ci dà il benvenuto. Sorridente, abbronzato, in forma, sembra più giovane dei suoi 39 anni. Alla fine parleremo sino a serata inoltrata. Vuole spiegare, farsi comprendere dal mondo. Si dice «in continuo contatto» con il padre. Ma pone anche tante domande. Per due ore chiede valutazioni sulla forza dei ribelli, sul loro consenso interno, sul rapporto tra Bengasi e Misurata. L’uomo che oggi è accusato dalla nomenclatura del regime di essersi troppo operato per aprire la Libia alla globalizzazione e ai nuovi mezzi di comunicazione via web, cerca ancora dai media stranieri chiavi di lettura per capire il suo Paese.

    Usciamo dal tunnel delle accuse reciproche. Lei sostiene che i ribelli vanno perseguitati come traditori. E loro replicano che tutta la vostra famiglia va processata, al meglio espulsa all’estero. La Nato sta dalla loro parte, godono di un crescente sostegno internazionale. Gheddafi è sempre più isolato, deve andarsene. Dove il compromesso?
    «Elezioni. Si potrebbero tenere entro tre mesi. Al massimo a fine anno. E la garanzia della loro trasparenza potrebbe essere la presenza di osservatori internazionali. Non ci formalizziamo su quali. Accettiamo l’Unione Europea, l’Unione Africana, l’Onu, la stessa Nato. L’importante è che lo scrutinio sia pulito, non ci siano sospetti di brogli. E allora tutto il mondo scoprirà quanto Gheddafi è ancora popolare nel suo Paese. Non ho alcun dubbio: la stragrande maggioranza dei libici sta con mio padre e vede i ribelli come fanatici integralisti islamici, terroristi sobillati dall’estero, mercenari agli ordini di Sarkozi. Alla nostra gente non sfugge che lo stesso presidente del governo fantoccio a Bengasi, Mustafa Abdel Jalil, come del resto il loro responsabile militare, Abdel Fatah Younes, sono, al pari di tanti altri, uomini della vecchia nomenclatura, gente che è saltata sul carro delle rivolte all’ultimo minuto, miserabili profittatori, venduti. Erano ministri con Gheddafi e ora vogliono giocare la parte dei leader contro di lui. Ridicoli. Non li temiamo affatto. Sono fantocci di Parigi. Marionette incapaci di stare in piedi da sole».

    I ribelli temono di essere assassinati, perseguitati, come del resto è avvenuto in 42 anni di dittatura a tanti membri dell’opposizione. Cosa offre per garantire la loro incolumità?
    «Sono loro che hanno paura, non noi. Li conosco bene, uno a uno, sono stati con me nelle università straniere. Hanno goduto del mio programma di liberalizzazione negli ultimi dieci anni, di cui, si badi bene, non mi pento affatto. Il nostro rapporto è come quello tra il serpente e il topo che vorrebbero convivere nella stessa tana. Ci considerano il serpente. La soluzione? Dobbiamo essere tutti eguali: tutti serpenti, o tutti topi. E la via è quella delle urne».

    Ma come li garantisce?
    «Occorre pensarci. Dovremo cercare di mettere in piedi un meccanismo per garantirli. Nel periodo prima del voto si dovrà comunque elaborare la nuova costituzione e un sistema di media completamente libero. Credo in una Libia del futuro composta da forti autonomie locali e un debole governo federale a Tripoli. Il modello potrebbero essere gli Stati Uniti, la Nuova Zelanda o l’Australia. In questi ultimi mesi ho maturato una convinzione profonda: la Libia pre-17 febbraio non esiste più. Qualsiasi cosa accada, inclusa la sconfitta militare o politica dei ribelli, non si potrà tornare indietro. Il regime di mio padre così come si è sviluppato dal 1969 è morto e sepolto. Gheddafi è stato superato dagli avvenimenti, ma così anche Jalil. Occorre costruire qualche cosa di completamente nuovo».

    E se le elezioni le vincono i dirigenti di Bengasi?
    «Bravi. Tanto di cappello. Noi ci faremo da parte. Sono però certo della nostra vittoria. Sui poco più di cinque milioni di libici, almeno i due milioni residenti a Tripoli stanno con noi e anche a Bengasi godiamo della maggioranza. Semplicemente laggiù la gente non può parlare per paura di rappresaglie. Comunque, se dovessimo perdere, ovvio che lasceremo il governo. Rispettiamo le regole. Non mi opporrei neppure se venisse democraticamente eletto nostro premier l’intellettuale ebreo-francese Bernard-Henri Levy» (sorride per la battuta).

    La pensa così anche suo padre dopo 42 anni di regime?
    «Certo».

    E, in quel caso, Gheddafi sarebbe pronto all’esilio?
    «No. Non c’è motivo. Perché mai? Questo è il nostro Paese. Mio padre continua a ripeterlo. Non se ne andrà mai dalla Libia. Qui è nato e qui intende morire ed essere sepolto, accanto ai suoi cari».

    A quel punto non sareste però voi a rischio di vendette? Andrete a cercare protezione tra qualche tribù fedele nel deserto?
    «Staremo a Tripoli, a casa nostra. Nessuno di noi scappa. Sappiamo come difenderci».



    Il ministro Frattini e, dietro, Silvio Berlusconi: «Con noi si sono comportati in modo abominevole» L’Italia potrebbe avere un ruolo in questo processo di ricostruzione democratica?
    «Non ora. Non sino a quando ci sarà Berlusconi al governo. Da quello che possiamo capire qui a Tripoli, il vostro premier è in difficoltà, pare inevitabile la sua prossima sconfitta elettorale. Bene. Non possiamo che gioirne. Lui e il ministro degli Esteri Frattini si sono comportati in modo abominevole con noi. Sino a tre mesi prima lo scoppio della ribellione venivano a inchinarsi e baciavano le mani a Gheddafi. Salvo poi voltare la schiena e passare armi e bagagli tra le file dei nostri nemici alla prima difficoltà. Vergogna!».
    Che sarà dei contratti con l’Eni? Italia e Libia hanno una lunga storia di rapporti economici che va ben oltre i governi Berlusconi.
    «Ovvio, e infatti separiamo nettamente la figura di Berlusconi dall’Italia. Apprezziamo le critiche alla guerra e contro la Nato avanzate dalle Lega. Guardiamo con interesse ai vostri partiti della sinistra. La Libia terrà un atteggiamento assolutamente diverso nei confronti di un’Italia senza Berlusconi».

    E il petrolio?
    «Non so. E’ prematuro parlarne. Per ora dobbiamo porre fine alla guerra, imporre la legge e l’ordine in tutto il Paese. Ma voglio essere franco. Da tempo Mosca guarda con interesse ai pozzi e alle infrastrutture Eni in Libia. Forse, ora i russi hanno una carta in più».

    Pure, anche Mosca ultimamente ha perorato la causa dell’esilio di Gheddafi. Non la penalizzate?
    «Lo so. Ma con Berlusconi è diverso. Si diceva vero amico di Gheddafi. Il suo tradimento brucia di più».

    E allora, quale tra i governi stranieri potrebbe meglio aiutare la transizione verso il voto in Libia e nel contempo mediare con la Nato?
    »La Francia. Abbiamo già avuto abboccamenti con Parigi, ma per ora senza seguito. Comunque, sono loro che impongono la politica del governo di Bengasi. E’ stato Sarkozy a volere più di tutti l’intervento Nato. Dunque a loro il compito di cercare una via d’uscita il meno cruenta possibile».

    Sono ormai le dieci di sera. Il figlio di Gheddafi già da qualche tempo ha spostato la sedia sul balcone. Guarda verso l’alto. Il cielo stellato domina il porto. Ma lui cerca soprattutto i segnali di pericolo. Si odono i rumori dei caccia Nato. Lontano, i traccianti di una contraerea vanno a perdersi nel buio, come fuochi d’artificio stanchi. «E’ tempo di partire - esclama uscendo di fretta -. Basta poco per restare uccisi.

    corrire della sera
    15 giugno 2011(ultima modifica: 16 giugno 2011)
    Dernière modification par nacer-eddine06, 16 juin 2011, 15h39.
    The truth is incontrovertible, malice may attack it, ignorance may deride it, but in the end; there it is.” Winston Churchill

  • #2
    traduction brute google

    Saif Kadhafi: "Maintenant, les élections
    Et «la seule façon indolore pour sortir"
    Le fils d'un maximum de patch Rais avec l'Italie? Non, tant qu'il y aura de Berlusconi, lui et M. Frattini nous ont trahis »

    De notre correspondant Lorenzo Cremonesi




    Saif al-Islam Kadhafi ROME - "Élections, rapidement et avec une supervision internationale. Et «la seule façon indolore pour sortir de l'impasse en Libye», le moment le plus intéressant de l'interview, l'autre soir dans le coeur de la capitale vient de ses débuts à 14 minutes. Jusque là Saif al-Islam avait déjà publié des déclarations répétées de la presse dans le passé et claironné à chaque occasion par la propagande de la dictature. "Les rebelles sous le commandement des terroristes sont interdites à Benghazi, Al-Qaïda des hommes, des criminels. Leurs dirigeants sont des traîtres, qui jusqu'à l'éclatement du chaos le 17 Février ont été étroitement lié à mon père. S'il n'y avait pas de parapluie de l'OTAN aurait été vaincue depuis longtemps ", a déclaré presque mécaniquement. Mais il est quand on lui demande comment il pense à l'armée de sortir de l'impasse et la menace de violence encore pire qu'il avance la formule de compromis. «Allons aux urnes. Et que le meilleur gagne. " Ouverture d'un nouveau message à la communauté internationale par le plus politique des fils du colonel.
    Ces dernières semaines, aucun des familles Kadhafi a été vu en public. Même Saif al-Islam. Et du 1er mai, quand une roquette a tué son frère Né Saif al-Arab, avec trois petits-enfants, les mesures de sécurité sont devenues plus étroites. La prudence a également dominé notre entrevue. Le porte-parole du gouvernement dans l'après-midi d'avant-hier, nous avait annoncé une réunion avec le ministre des Affaires étrangères. Nous sommes conduits dans une chambre au quinzième étage de l'hôtel Radisson SAS, sur les quais. Et c'est seulement là, après une longue attente, nous obtenons Saif bienvenus. Souriant, bronzé, l'ajustement, paraît plus jeune que ses 39 ans. A la fin, nous allons parler jusque tard dans la soirée. Il veut s'expliquer compris par le monde. L'expression «contact permanent» avec le père. Mais elle soulève également de nombreuses questions. Pendant deux heures, demandant des évaluations sur la force des rebelles, sur leur consensus interne sur la relation entre Benghazi et Misurata. L'homme qui est aujourd'hui accusé par la nomenclature du système ont trop de travail pour ouvrir la Libye à la mondialisation et des nouveaux médias Web, les médias sont toujours à la recherche des clés étrangères à la compréhension de son pays.

    Nous sortons des tunnels d'accusations mutuelles. Elle affirme que les rebelles sont persécutés comme des traîtres. Et ils affirment que toute votre famille est traitée, le meilleur éjecté à l'étranger. L'OTAN est de leur côté, ont un soutien international croissant. Kadhafi est plus isolé, il doit quitter. Lorsque le compromis?
    «Élections. Pourrait avoir lieu dans les trois mois. A la fin de l'année au maximum. Et la garantie de leur transparence pourrait être la présence d'observateurs internationaux. Il n'est pas formalisé tel. Nous acceptons l'Union européenne, l'Union africaine, l'ONU, l'OTAN elle-même. La chose importante est que l'élection est propre, il n'ya pas de soupçon de fraude. Et puis tout le monde va voir ce que Kadhafi est toujours très populaire dans son pays. Je n'ai aucun doute que l'écrasante majorité des Libyens sont avec mon père et voit les rebelles comme des fondamentalistes islamiques fanatiques, des terroristes instigation de l'étranger, mercenaires sous le commandement de Sarkozi. Nos gens ne sont pas sans savoir que le président du gouvernement fantoche à Benghazi, Mustafa Abdel Jalil, comme leur commandant militaire, Younes Abdel Fatah, sont, comme beaucoup d'autres hommes de l'ancienne nomenclature, les gens qui ont sauté dans le train émeutes de dernière minute, le résultat malheureux, de vente. Ils ont été ministres Kadhafi et maintenant ils veulent jouer le rôle de leaders contre lui. Ridicule. Ne les craignez pas du tout. Ils sont des marionnettes de Paris. Marionnettes incapable de se tenir sur leurs propres. "

    Les rebelles de peur d'être tués, persécutés, comme cela s'est produit en 42 ans de dictature pendant si de nombreux membres de l'opposition. Ce que nous offrons pour assurer leur sécurité?
    "Ils sont ceux qui ont peur, pas nous. Je les connais bien, un par un, étaient avec moi dans des universités étrangères. J'ai apprécié le programme de libéralisation dans les dix dernières années, dont, vous l'esprit, je ne regrette pas du tout. Notre relation est comme celle entre le serpent et le rat qui voudrait vivre dans le même terrier. Nous considérons que le serpent. La solution? Nous devons tous être égaux: tous les serpents, des souris ou tous. C'est la voie des urnes. "

    Mais comment peuvent-ils garantis?
    «Nous avons besoin d'y penser. Nous allons essayer de mettre en place un mécanisme pour les garantir. Dans la période précédant le vote, cependant, vous devez préparer une nouvelle constitution et un système de milieu totalement libre. Je crois en Libye à l'avenir se compose de l'autonomie locale forte et un gouvernement fédéral faible à Tripoli. Le modèle pourrait être les Etats-Unis, la Nouvelle-Zélande ou en Australie. Ces derniers mois, j'ai acquis une conviction profonde: la Libye pré-Février 17 n'existe plus. Quoi qu'il arrive, y compris la défaite politique et militaire des rebelles, vous ne pouvez pas revenir en arrière. Les modalités de mon père tel qu'il s'est développé depuis 1969 est mort et enterré. Kadhafi a été dépassée par les événements, mais c'est aussi Jalil. Nous avons besoin de construire quelque chose de complètement nouveau. "

    Et s'ils gagnent les élections, les dirigeants de Benghazi?
    «Bien fait. Chapeau bas. Nous allons de côté. Mais je suis sûr de notre victoire. Sur un peu plus de cinq millions de Libyens, au moins deux millions d'habitants sont à Tripoli à Benghazi avec nous et nous avons aussi la majorité. Les gens là ne peuvent tout simplement pas parler de peur des représailles. Cependant, si nous perdons, nous serons bien évidemment quitter le gouvernement. Nous respectons les règles. Je ne serais pas résister même si elle était élue démocratiquement notre premier Juif-intellectuel français Bernard-Henri Lévy "(sourit à la plaisanterie).

    Pense comme son père après 42 ans du régime?
    «Bien sûr."

    Et, dans ce cas, le colonel Kadhafi serait prêt à l'exil?
    «Non Il n'ya aucune raison. Pourquoi? C'est notre pays. Mon père garde le répéter. Ne jamais aller loin de la Libye. Ici est né ici et va mourir et être enterré à côté de ses amis. "

    À ce point, cependant, vous ne seriez pas au risque de se venger? Vous irez à chercher protection dans quelques tribus fidèles dans le désert?
    "Nous sommes à Tripoli, dans notre maison. Aucun d'entre nous échappe. Nous savons comment nous défendre. "



    Le ministre Frattini et derrière Silvio Berlusconi: «Avec nous, ils se sont comportés si épouvantablement" L'Italie pourrait avoir un rôle dans ce processus de reconstruction démocratique?
    «Pas maintenant. Non jusqu'à ce que le gouvernement Berlusconi. D'après ce que nous entendons ici, à Tripoli, votre premier ministre est en difficulté, il semble inévitable que sa prochaine défaite électorale. Tous droits. Nous ne pouvons que nous réjouir. Lui et ministre des Affaires étrangères Franco Frattini, se sont comportés avec nous si épouvantablement. Jusqu'à trois mois avant le déclenchement de la rébellion est venu se mettre à genoux et de baiser la main à Kadhafi. Sauf puis tournez votre dos et armes et bagages passer entre les rangs de nos ennemis à la première difficulté. Honte ».
    Qu'est-ce qui va arriver à des contrats avec Eni? L'Italie et la Libye ont une longue histoire de relations économiques qui va bien au-delà du gouvernement Berlusconi.
    "Evidemment, nous séparer les faits et clairement la figure de l'Italie de Berlusconi. Nous apprécions la critique de la guerre et l'OTAN a mis en avant par la Ligue. Nous nous réjouissons de votre partis de gauche. La Libye sera une attitude complètement différente contre une Italie sans Berlusconi. "

    Et le pétrole?
    "Je ne sais pas. C'est trop tôt pour en parler. Pour l'instant, nous devons mettre fin à la guerre, d'imposer la loi et l'ordre dans tout le pays. Mais je veux être franc. De temps à Moscou espère que les puits et les infrastructures Eni en Libye. Peut-être, maintenant que les Russes ont une carte de plus. "

    Pourtant, même à Moscou a récemment défendu la cause de l'exil de Kadhafi. Pas pénalisés?
    «Je sais. Mais Berlusconi est différent. Il a dit un véritable ami de Kadhafi. Sa trahison brûle plus longtemps. "

    Alors, lequel des gouvernements étrangers pourraient aider au mieux le passage à un vote en Libye et en même temps négocier avec l'OTAN?
    "La France. Nous avons déjà eu entretien avec Paris, mais jusqu'ici sans résultat. Toutefois, ils imposent la politique du gouvernement de Benghazi. Il a été Sarkozy, qui souhaitait plus que tout l'intervention de l'OTAN. Donc, pour eux la tâche de rechercher un moyen de sortir des moins sanglante que possible. "


    Il ya maintenant dix heures du soir. Fils Kadhafi depuis quelque temps il a déménagé de la chaise sur le balcon. Levez les yeux. Le ciel étoilé au-dessus du port. Mais il cherche avant tout les signaux de danger. Nous entendons les sons de la chasse Born. Loin de là, un des traceurs Flak sont perdus dans l'obscurité comme des feux d'artifice fatigué. «Il est temps de quitter - crie à la hâte -. Peu peuvent être tués.


    15 juin 2011 (Dernière modification: Juin 16, 2011)
    Dernière modification par nacer-eddine06, 16 juin 2011, 12h14.
    The truth is incontrovertible, malice may attack it, ignorance may deride it, but in the end; there it is.” Winston Churchill

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    • #3
      Saïf Al-Islam Kadhafi propose des élections en Libye "dans les trois mois"
      des élections ?
      il y'en aura surement , mais sans lui et son pere

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      • #4
        c'est une solution qu'il fallait proposé y a 6 mois pour tout les dictatures dés que le peuples a commencé a brûlé d'impatience

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        • #5
          «Élections. Pourrait avoir lieu dans les trois mois. A la fin de l'année au maximum. Et la garantie de leur transparence pourrait être la présence d'observateurs internationaux. Il n'est pas formalisé tel. Nous acceptons l'Union européenne, l'Union africaine, l'ONU, l'OTAN elle-même. La chose importante est que l'élection est propre, il n'ya pas de soupçon de fraude. Et puis tout le monde va voir ce que Kadhafi est toujours très populaire dans son pays. Je n'ai aucun doute que l'écrasante majorité des Libyens sont avec mon père et voit les rebelles comme des fondamentalistes islamiques fanatiques, des terroristes instigation de l'étranger, mercenaires sous le commandement de Sarkozi. Nos gens ne sont pas sans savoir que le président du gouvernement fantoche à Benghazi, Mustafa Abdel Jalil, comme leur commandant militaire, Younes Abdel Fatah, sont, comme beaucoup d'autres hommes de l'ancienne nomenclature, les gens qui ont sauté dans le train émeutes de dernière minute, le résultat malheureux, de vente. Ils ont été ministres Kadhafi et maintenant ils veulent jouer le rôle de leaders contre lui. Ridicule. Ne les craignez pas du tout. Ils sont des marionnettes de Paris. Marionnettes incapable de se tenir sur leurs propres. "
          The truth is incontrovertible, malice may attack it, ignorance may deride it, but in the end; there it is.” Winston Churchill

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          • #6
            Nous acceptons l'Union européenne, l'Union africaine, l'ONU, l'OTAN elle-même.
            Dommage qu'ils l'ont toute brûlée avant de réaliser ce qu'il fallait dire le premier jour des manifestations. Seif était moins arrogant que son père, il disait seulement "si on parte il y'aura la guerre entre les tribus", son père l'arrogant a choisi le nettoyage. Dommage, on est à un point retour .. ils doivent partir pour l'amour de la la Libye.
            Pas à la tique ..

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            • #7
              je me demande tjr pourquoi c'est lui qui parle ? est ce qu'il a un rôle ?

              wjahom 9azdira ces kaddafi la....

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              • #8
                Saïf Al-Islam Kadhafi propose des élections en Libye "dans les trois mois"
                juste le temps necessaire pour nettoyer la libye zinga zinga, les election aprés seront gagnés par kadafi haut la main avec un taux inégalé par aucun democtat

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                • #9
                  je me demande tjr pourquoi c'est lui qui parle ? est ce qu'il a un rôle ?
                  comme son pere il n'a aucun poste , c'est le peuple qui a le pouvoir

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                  • #10
                    Qu'est ce qui vous choque exactement dans ce qu'il a dit ?
                    ارحم من في الارض يرحمك من في السماء
                    On se fatigue de voir la bêtise triompher sans combat.(Albert Camus)

                    Commentaire


                    • #11
                      rien, ne me choque, les mensonges des dictateurs tiers mondistes ne me choquent pas....

                      le mec promet une guerre civile et promet de brûler toute la Libye et mtn il parle d'élections....tozzz, il finiront tous dans la poubelle de l'histoire ces voleurs...

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                      • #12
                        non il promet des elections libres transparentes sous l egide d observateurs ultra independants
                        quoi de plus

                        ne jamais oublier que ce cnt est sac a scorpions d islamistes abjectes
                        The truth is incontrovertible, malice may attack it, ignorance may deride it, but in the end; there it is.” Winston Churchill

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                        • #13
                          ben qu'il dégage et qu'il laisse les observateurs ultra indépendants faire leurs boulot...

                          Commentaire


                          • #14
                            Qu'est ce qui vous choque exactement dans ce qu'il a dit ?
                            Choqué???...
                            Il y a vraiment pas de quoi!
                            On monopolise, par la force, le pouvoir pendant 42 ans, soit deux générations!
                            On menace de faire couler des fleuves de sang quand le peuple s'insurge...
                            Et lorsqu'on on commence à sentir le souffle des bombes qui vont balayer son pouvoir, on parle d'organiser des élections... Chose totalement inconnue dans ce pays!!...
                            En effet, y a pas de quoi être choqué! C'est la normalité même!!!
                            "La chose la plus importante qu'on doit emporter au combat, c'est la raison d'y aller."

                            Commentaire


                            • #15

                              rien, ne me choque, les mensonges des dictateurs tiers mondistes ne me choquent pas....

                              le mec promet une guerre civile et promet de brûler toute la Libye et mtn il parle d'élections....tozzz, il finiront tous dans la poubelle de l'histoire ces voleurs...
                              On n'en a déjà parler sur ce forum..
                              il y'a eu les mémes propositions et il de cela quelques semaines ou mois ..et le méme refus de la part du CNT .
                              entre temps des milliers de morts de par et d'autres et par la faute de tout le monde !

                              Il dit que les éléctions seront étroitement surveillés par toutes les instances internationales ..y compris l'OTAN qui peut exeptionellement envoyer des surveillants à défaut d'envoyer des missiles à tout va !

                              c'est une offre de tréve et de base de réglement du probléme , pourquoi ne pas la saisir , ou alors faut il plus de destructions ?
                              Dernière modification par xenon, 16 juin 2011, 15h49.
                              ارحم من في الارض يرحمك من في السماء
                              On se fatigue de voir la bêtise triompher sans combat.(Albert Camus)

                              Commentaire

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